Riconquistare la libertà
Durante i periodi critici della vita, quali le fasi più ardue di una carriera lavorativa o di studio, le traversie di una relazione sentimentale o dell’assetto famigliare, si ha spesso l’impressione che le libere possibilità di scelta, ovvero le alternative alla propria condizione esistenziale, si riducano oppure siano del tutto assenti.
Questa sensazione pone l’individuo nelle condizioni di percepirsi in una posizione di stallo completo, nella quale o viene meno la forza necessaria a compiere qualsiasi mossa o si instaura la convinzione, a causa di delusioni derivanti da esperienze negative pregresse, che qualsiasi azione posta in atto fallirà e condurrà ad un aggravamento della situazione.
Un quadro di questo tipo, molto comune nei momenti di difficoltà, genera ansia e preoccupazione, dando spesso luogo ad una flessione del tono dell’umore.
Ciò induce una ulteriore perdita di serenità e riduce l’efficacia degli eventuali già vani e disfunzionali tentativi risolutori posti in atto, originando un ciclo negativo che contribuisce a cristallizzare il problema e ad aumentare lo stato di malessere.
Il soggetto che vive in queste condizioni, infatti, pur visualizzando la posizione degli scacchi durante la partita con la propria esistenza, non è in grado di compiere una mossa che agevoli l’uscita dallo stallo in cui versa.
Quando la scarsa serenità e la sofferenza psicofisica incrinano gli argini ed esondano compromettendo l’equilibrio e la salute individuale, generalmente si assiste alla richiesta d’aiuto.
Il primo specialista al quale la persona in difficoltà si rivolge è generalmente il medico, al quale viene esposto il sintomo predominante (per esempio ansia o panico) con i relativi correlati somatici (per esempio tachicardia, respiro affannoso, capogiri). Ne consegue la mera prescrizione di farmaci (per esempio ansiolitici) per tentare di migliorare il quadro sintomatico, lasciando tuttavia inalterate le problematiche di fondo che lo hanno originato ed introducendo due ulteriori aspetti negativi degni di rilievo. In primo luogo l’instaurarsi della cosiddetta tolleranza al medicamento stesso, ovvero la necessità di un progressivo aumento delle dosi per ottenere il medesimo effetto, la quale renderà l’individuo sempre più dipendente dalla medicina prescritta e ridurrà ulteriormente la sua libertà di scelta. In secondo luogo, il farmaco veicola un messaggio tanto subdolo quanto pericoloso : “tu non ce la puoi fare”. Demandare ad una fiala o ad una compressa la propria serenità significa infatti abdicare all’idea di poterla conquistare davvero, in prima persona.
E’ esattamente a questo livello che si inserisce l’operato dello psicologo : una figura professionale che riveste un ruolo chiave nell’affrontare assieme al paziente le situazioni di sofferenza psicologica e le criticità individuali, di coppia, familiari, lavorative.
L’obiettivo principale del professionista, raggiunto tramite l’ascolto attivo e l’instaurarsi di una relazione positiva con il paziente, è sbloccare e valorizzare le capacità che l’individuo detiene ma che risultano temporaneamente indebolite o utilizzate in modo disfunzionale.
Il soggetto si riscopre quindi tale, affrancandosi dai problemi e ricollocandosi al centro della propria vita.
In questo modo risulta gradualmente possibile liberare l’individuo dalle angosce e costruire assieme, seduta dopo seduta, prospettive diverse, modalità differenti di affrontare i problemi, ripristinando la serenità individuale, aumentando le scelte ed ampliando il campo delle possibilità che si era ridotto ad uno stretto e buio tunnel nel quale il soggetto si era introdotto.
La persona, progressivamente, si rende conto che la partita a scacchi apparentemente irrisolvibile diviene di facile approccio poiché realizza che nel gioco non vi era altro avversario che se stesso.
Con la forza derivante da questa condizione, l’individuo si sente finalmente libero di scrivere la sua storia, compiendo la prima, autonoma mossa, che già di per se costituisce una vittoria.
“L’uomo non ha una natura ma una storia. L’uomo non è altro che un dramma. La sua vita è qualcosa da scegliere, costruire mentre procede. L’essere umano consiste in quella scelta e in quella inventiva. Ogni essere umano è il romanziere di se stesso e, sebbene possa scegliere di essere uno scrittore originale o un plagiario, non può evitare di scegliere. E’ condannato ad essere libero”.
(José Ortega Y Gasset)
(c) Dott. Andrea Cecutti – 2014 – info@andreacecutti.com
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