Lo Psicologo : dieci falsi miti da superare
Analizziamo assieme con passione ed ironia le credenze comuni e gli stereotipi che caratterizzano una figura professionale ancora non del tutto socialmente compresa ed accettata.
La vita di noi psicologi non è semplice !
A partire dalla fine del percorso universitario, e spesso anche durante, gli amici ed i conoscenti, appena vengono a sapere della nostra preparazione, hanno a disposizione un set di frasi standard che sembra quasi non possano evitare di dire.
“Allora tu leggi nella mente, chissà cosa penserai di me !” e “Quindi sai interpretare i sogni !” sono due esempi classici che rendono bene l’idea dell’attivazione immediata di stereotipi sociali associati alla nostra professione.
La funzione stessa di uno stereotipo risponde ad un principio di economia cognitiva, ovvero, invece di approfondire le caratteristiche di un concetto, si preferisce afferire ai retaggi culturali che lo definiscono, tradotti spesso in una serie di affermazioni pronte e preconfezionate, i cosiddetti “falsi miti”.
Tali falsi miti, proprio perché radicati nei contesti sociali e rinforzati da immagini trasmesse dai media, influenzano la nostra libertà di scelta poiché sono spesso direttamente collegati a pregiudizi che, nel caso dello psicologo, possono persino condurre una persona a dubitare della sua utilità e della effettiva importanza di affidarsi a tale figura professionale.
Passiamo in rassegna alcuni dei luoghi comuni più celebri relativi a noi psicologi e superiamoli assieme !
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(1) “Andare dallo psicologo ? Mica sono matto !”
Ancora oggi, in alcune culture, inclusa quella italiana, andare dallo psicologo è considerato un segno di debolezza: se ci vai significa che sei matto. Retaggio del Novecento, questo falso mito richiama alla mente immagini di camicie di forza e tetri ospedali, oppure Leonardo Di Caprio che investiga, munito di cappello ed impermeabile, in una strana casa di cura…
Forse hai visto troppi film !
Fare psicologia al giorno d’oggi significa accogliere il paziente nel proprio studio e costruire un percorso assieme, che restituisca serenità ed autonomia nelle scelte, fin dalla prima mossa: se hai bisogno di uno psicologo e non ci vai, continuerai infatti ad essere controllato dalle tue difficoltà ed a soffrire, stretto nella morsa della mancanza di alternative.
Scegli di riconquistare la tua libertà e per risolvere le questioni relative alla tua privacy affidati al codice deontologico, che garantisce massima riservatezza sia sul contenuto degli incontri, sia sul fatto che una determinata persona si sia rivolta ad uno psicologo professionista.
(2) “Non mi fido degli psicologi, quindi non ci vado !”
Quante persone nella tua vita realmente meritano la tua totale fiducia ? Prenditi un minuto e pensaci. Pretendere di sapere in anticipo che cosa succederà, quando chi ti sta di fronte è uno sconosciuto, è quasi impossibile. Quello che puoi fare davvero è affidarti ad un professionista, ovvero dargli un credito di fiducia.
Ascolta i consigli che ti da e mettili in pratica. Se si riveleranno validi, allora la tua fiducia in lui crescerà gradualmente. In caso contrario potrai concedergli un’altra possibilità, oppure rivolgerti ad un altro professionista.
(3) “Ma quale psicologo ! Posso parlare con un amico !”
Un buon amico è gratis, perché pagare uno psicologo?
Quando stai davvero male, l’unico atto di autentica forza ed intelligenza consiste nel chiedere aiuto ad un professionista, non nel continuare a resistere e soffrire stoicamente.
Questo vale sia per una carie, sia per una difficoltà psicologica !
L’efficacia di un colloquio in seduta e quella di un colloquio con un amico sarebbe la medesima se chiunque fosse in grado di usare le parole e la comunicazione con le stesse modalità di uno psicologo. Ma gli incontri con un professionista hanno poco a che fare con le comuni conversazioni di tutti i giorni.
Lo psicologo possiede infatti un bagaglio di conoscenze e di esperienze sul campo che rendono possibile individuare il cardine del problema e risolverlo assieme al paziente, con tecniche e metodi che sono di esclusiva competenza professionale.
(4) “Capito cosa ho, potrò risolvere da solo il mio problema !”
Questa convinzione è errata per due motivi. In primo luogo le difficoltà psicologiche non si presentano in maniera lineare ma sono intrecciate in modo spesso contraddittorio e paradossale. Il lavoro dello psicologo consiste proprio nell’aiutare la persona a uscire dallo stallo, a sbloccarsi ed a trovare un equilibrio tra ciò che sente e ciò che vuole e pensa. In secondo luogo, unaiuto esterno è fondamentale perché è impossibile osservarsi direttamente da soli.
O meglio, i problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati. Lo diceva già Albert Einstein.
(5) “Risolverò i miei problemi cercando consigli su internet !”
Allarme : sovraccarico d’informazioni !
Questa non è una soluzione ma una patologia contemporanea !
Attraverso internet è infatti possibile accedere a qualunque tipo di contenuto informativo ed il rischio connesso a questi eccessi è sempre presente. Se non sei un esperto, è molto probabile che tu non riesca a distinguere i buoni input da quelli inutili o dannosi, formandoti delle convinzioni erronee.
Qui risiede il paradosso : internet, una rete creata con l’intento di essere una delle massime espressioni di democrazia, in mani inesperte può creare danni, così come i mass media o i conciliaboli di persone che soffrono dello stesso problema.
Nella vita, se cerchi qualità, devi rivolgerti a professionisti qualificati : non esistono metodi né tecniche in grado di essere insegnati o trasmessi via internet che abbiano un’efficacia psicologica verificata.
(6) “A me basta una pillola, magari lo psicologo me la prescrive !”
L’apporto farmacologico può essere molto importante nell’approccio ad alcune criticità psicologiche, fornendo una utile stampella che consenta alla persona che soffre di reggersi nella parte più difficile del cammino, ma tutti gli studi convergono sulla maggiore efficacia clinica di un approccio integrato, che comprenda un percorso di crescita personale attraverso le sedute con un professionista qualificato.
Uno psicologo, inoltre, non può prescrivere alcun tipo di farmaco poiché non è un medico, né uno psichiatra !
(7) “Come può aiutarmi uno psicologo se non ha vissuto le mie difficoltà ?”
Certo : come fa il dentista a curarti un ascesso se non ne ha mai avuto uno !
Lo psicologo professionista non solo ha una preparazione che gli consente di affrontare un ampio spettro di problemi inerenti al disagio psicologico, ma utilizza anche l’empatia per sintonizzarsi naturalmente con il paziente ed il bagaglio di esperienze e conoscenze che acquisisce quotidianamente attraverso il lavoro sul campo unito all’aggiornamento continuo.
(8) “Non ho intenzione di raccontare tutta la mia vita ad uno psicologo !”
Così come non c’è necessità di un lettino per farti mettere comodo in prospettiva di lunghi racconti, non c’è necessità di sapere da dove viene un problema o il motivo per cui esso si sia formato per poterlo risolvere. E’ importante soprattutto focalizzare il lavoro su come tale problema si sviluppa e compromette il tuo benessere nel presente.
Prima lavoriamo sul qui e ora, per farti ritrovare il tuo benessere, poi, semmai, guardiamo indietro per completare il quadro.
Le sedute non partono dal Giurassico !
(9) “Non voglio diventare dipendente da uno psicologo !”
Fin dall’inizio stabilirai con lo psicologo le caratteristiche del vostro percorso assieme, inclusi gli obiettivi e le tempistiche e verrai informato passo dopo passo delle sue evoluzioni, in linea con la tua crescita personale ed il ritrovamento del tuo benessere.
L’obiettivo primario dello psicologo è ridarti in primo luogo la libertà di scegliere ed orientare tale scelta verso il tuo benessere, esattamente il contrario di ciò che accade nelle dipendenze, in cui questa libertà è totalmente assente !
(10) “Il percorso psicologico durerà anni e mi costerà una fortuna !”
Forse nella Vienna di inizio ‘900 era così ed i percorsi duravano molto a lungo, nella convinzione che fosse necessario vedere i pazienti diverse volte la settimana, per anni, per ottenere dei risultati.
In quello stesso periodo, i treni andavano ancora a vapore !
Oggi non solo viaggiamo su binari ad alta velocità (eh sì, pure in Italia) ma si è anche capito che gli orientamenti psicologici attuali devono rispondere a criteri generali di brevità, attività e fondarsi su criteri di efficienza ed efficacia, cercando non solo di incidere sul problema, ma di farlo nel minor tempo possibile e con il minor dispendio di risorse.
Anche la psicologia cambia e si adatta ai tempi ed ai ritmi della vita contemporanea, per visitare Vienna e lo studio di Sigmund, ritrovando quelle atmosfere e quegli usi e costumi, non ti resta che fare un bel viaggio !
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Dott. Andrea Cecutti
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